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La Nostra Pasta Fresca
Chi ama cucinare lo sa: niente dà più
soddisfazione che mettere, letteralmente le mani in pasta. Partire da pochi, semplici ingredienti per ottenere bocconi golosi dalle
mille forme e sapori diversi. Parliamo della pasta fresca, ripiena e non. Sfoglia
sottile, impasto con uova o senza: una tradizione che parte da lontano e
attraversa tutte le regioni italiane.
Quando l’uomo è riuscito a coltivare il grano si
deve essere posto il problema di come sfruttare quei piccolo semi dorati. La
soluzione più facile è subito apparsa quella di mescolare la farina con
ingredienti umidi: acqua uova. Gli Etruschi confezionavano lunghi nastri di
pasta, chiamati lagana, che venivano cotti
in un brodo di verdure. Sembra che
Cicerone ne andasse matto. Tagliatelle o lasagne che fossero, il dado era tratto. Nacquero
piano piano laboratori di produzioni di pasta fresca mentre la pasta fresca
fatta di uova e farina divenne parte del
corredo di conoscenza di ogni ragazza da
marito.
Un piano di legno per dare rugosità, un
matterello per stendere la sfoglia il più sottile possibile soprattutto l’esperienza
per capire le piccole variazioni da portare a seconda delle stagioni. Le mani
veloci che annodano i tortellini
bolognesi, il coltello che schiaccia l’orecchietta pugliese, il ferretto che
arrotola i maccheroni calabresi … Mondi di donne. Famose le sfogline bolognesi, che allungano la sfoglia con il
solo uso del matterello e che poi la tagliano a mano. Molte sono le curiosità:
C’e chi dice che sia meglio impastare al mattino, perché ci sono meno impurità
nell’aria, che se tira vento i tortellini non si chiudono bene. E ancora:
meglio se le donne lavorano insieme, cosi parlano e non sbocconcellano il
ripieno …
Dicevamo: Tanti impasti. Si dividono
innanzitutto tra quelli a base do farina di grano duro o di grano tenero, in
varie proporzioni e acqua come per i corzetti, le trofie e le linguine
liguri, le orecchiette pugliesi gli gnocchetti sardi al cui impasto si
aggiunge un po’ di zafferano, per indorare e insaporire il preparato. Il giallo
dei tuorli risplende invece negli impasti ricchi di uova: normalmente 1 uovo ogni
100g di farina (ma chi vuole può aggiungere qualche tuorlo per rendere la pasta
ancora più saporita). È il caso della
maggior parte delle paste emiliane (lasagne, tagliatelle, tagliolini),
includendo anche la pasta ripiena: dal minuscolo tortellino, al tortellone,
il formato XL dalle gamma. I casonsei
della Valcamonica, gli agnolotti del plin
piemontesi dove il plin non è altro
che il pizzicotto con cui si sigilla la pasta.
“Per fortuna avevamo telefonato per prenotare” Recensito il 1 maggio 2012 Ho cenato con la famiglia per il ponte del primo maggio, abbiamo trovato il posto tramite un. Apps dell' I-Phone e ( per fortuna !! ) abbiamo telefonato per prenotare prima di arrivare a piedi, per 2 motivi. Il primo perchè abbiamo mangiato cose tipiche di Torino come volevamo e buone in dosi giuste, il secondo e perchè mentre eravamo al tavolo sono arrivate decine di persone che non avevano prenotato e hanno dovuto rinunciare, un bel segno. Abbiamo scelto 2 menù da 35 euro e 1 da 28, e un piatto a scelta per la figlia. Tutto di gradimento e quindi da consigliare L' unica nota "non subito facile da trovare con il gps, meglio usare l'indirizzo" Visitato a Aprile 2012
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